La Comunità di Dueville nel tempo

I MONZA

La famiglia Monza non faceva parte dell’aristocrazia  vicentina e non era neppure originaria della pianura veneta. Il padre di Alberto, era giunto a Vicenza da Milano al seguito dei Visconti, le cui truppe vittoriose sugli Scaligeri, tennero Vicenza fino al 1404, prima di soccombere all’avanzata veneziana. Pur mantenendo stretti contatti con il milanese, i Monza si stabilirono nella città Berica, avviando lucrosi commerci ed estendendo il loro raggio di azione fino a Venezia.

Nel 1396 Alberto riuscì ad ottenere dalla Serenissima la cittadinanza, con il diritto molto ambito, di commerciare sulla piazza di Rialto ed entrare così nel giro del grande commercio mondiale di Venezia. Quasi subito i Monza sentirono la necessità di diversificare le attività economiche e l’impiego dei capitali, rivolgendosi in particolare verso la proprietà terriera e i beni fondiari. Con l’acquisto di Dueville, i Monza si impegnarono nella conduzione del fondo, ma la loro attività principale rimanevano i commerci specialmente di tessuti e lane il cui sbocco principale restava il porto veneziano, dove Alberto possedeva un deposito per le mercanzie.

Altri membri dei Monza erano notai, proprietari terrieri, prestatori di danaro, investitori, sedevano nel Gran Consiglio di Vicenza ed erano tra le  prime dieci famiglie più importanti e ricche di Vicenza.

I Monza continuavano a Vivere a Vicenza per mantenere stretti contatti con le famiglie più potenti. Vivere in città era l’unico modo per distinguersi ed avere quegli onori che la vita in un paese non era in grado di assicurare.

Se la residenza dei Monza era a Vicenza, molti di loro passavano buona parte dell’anno a Dueville, dove meglio potevano occuparsi dei propri possedimenti. Ogni ramo della famiglia Monza possedeva a Dueville almeno una casa dalle caratteristiche più o meno lussuose, che consentiva un confortevole soggiorno ai proprietari.

A Dueville i Monza avevano esercitato tutto il loro potere. Molti privilegi e diritti li aveva reso, a tutti gli effetti signori del paese, con una discrezionalità di potere che trovava pochi paragoni nel vicentino: i Bissari, a Costabissara, i Traverso ad Alonte, e i Pisani a Bagnolo.

Con l’acquisto del villaggio, i Monza avevano acquisito una serie di diritti: l’amministrazione della giustizia fino a 5 lire, la facoltà di redigere gli estimi del comune, con le conseguenti tasse da pagare; l’elezione dei rappresentanti della comunità; i diritti di caccia e pesca e le decime, cioè la decima parte dei prodotti della terra. Il ricavato di tutte queste rendite non veniva però speso per la comunità, ma costituiva il reddito della famiglia Monza.

All’inizio i Monza riuscirono a respingere gli attacchi che la comunità portava per affrancarsi da questo dominio. Solo nel Seicento, con la politica della Repubblica di Venezia che favoriva le comunità nei contrasti con i nobili, la popolazione di Dueville riuscì a togliere ai Monza alcuni privilegi. I Monza tentarono tutte le vie legali possibili e addirittura non disdegnarono di colpire nel sangue il tentativo di libertà.

Alcuni membri della famiglia, nel 1627, assoldarono dei sicari e uccisero Francesco Rizzolo, rappresentante del comune. Questo omicidio spostò l’equilibrio delle forze in favore della comunità: la mano della giustizia veneziana si abbatté pesantemente sui colpevoli, che furono subito identificati e processati dai rettori di Vicenza e furono condannati a 10 anni di relegazione a Zara.

 

La piazza

Da circa 600 anni, da quando cioè si possono avere dei documenti che indicano il territorio, la piazza di Dueville ha mantenuto il suo impianto. Forse l’unico edificio che non si può più ritrovare è la vecchia Casa del Comune.

E’ significativo che il nuovo potere politico rappresentato dall’amministrazione comunale di fine Ottocento, acquisisca dal vecchio potere, quello feudale dei nobili Monza, il loro palazzo.

La chiesa, il luogo religioso e il palazzo dei Monza prima e Municipio dopo, luoghi del potere e della vita civile, hanno segnato e segnano i fatti più importanti della vita individuale o sociale. In chiesa, il battesimo, il matrimonio e la morte, le tappe più rilevanti della vita di una persona, venivano condivise dagli altri membri della comunità. Da fatti personali, diventavano pubblici, cioè partecipati dagli altri.

Pubblici erano anche gli atti che avvenivano prima nella casa del comune e poi nel Municipio.

E la vita quotidiana scorreva intorno alla piazza. Il mercato, le botteghe, le osterie erano luoghi di incontro e di scambi.

Tutti i membri della comunità passavano per le  piazze. Magari solo alla domenica, ma era l’unico modo per dimostrare e farsi riconoscere come membri della comunità.

 

Le strade

Come le chiese, anche le strade del territorio di Dueville furono costruite con il lavoro di tutti. Tutti i capifamiglia dovevano contribuire poi anche al loro mantenimento. In primavera si dovevano chiudere le buche e riparare qualche ponte. Ma era un compito di tutti. Ora l’amministrazione comunale si è sostituita alla comunità. Al Comune spetta infatti l’onere e l’impegno di aprire nuove strade e mantenere quelle esistenti.

 

Le scuole

Mio nonno nacque quando il Veneto diventò Italia. Ha frequentato due classi la prima inferiore  e la prima superiore. Mio padre frequentò i cinque anni della scuola elementare. E’ solo da circa 100 anni, da circa tre generazioni che si è diffusa la scuola pubblica.

Prima c’erano solo delle scuole tenute dai parroci. Quasi la metà delle bambine e bambini che frequentavano la scuola primaria, venivano bocciati. Solo intorno agli anni Venti, la situazione cominciò a migliorare.

E non erano i bambini che non volevano andare a scuola, non c’erano aule sufficienti. Se tutti andavano a scuola non c’era lo spazio materiale per contenerli. Neanche in piedi. All’inizi del Novecento una maestra di Dueville scriveva: “.. ebbene la mia scuola ha bisogno sommo di banchi, giacché quel girar or qua or là le fanciulle perché possano sedersi per scrivere un pochino, rompe la disciplina, distrugge una gran parte del profitto.

 

La Grande Guerra

“Nel 1916, l’Austria con abile strategia, in un giorno e poco più, avanzava con ingenti forze fino al Pasubio. Prese e bombardò Asiago, fè suo Tonezza, Posina, Rotzo, Roana, l’altipiano dei Sette comuni. Gli abitanti di quei disgraziati paesi, dovettero esulare.”

Molti profughi, oltre un migliaio si erano agglomerati a Dueville. Numerose erano anche le truppe accantonate, circa 2000. Fu installato nel nuovo edificio scolastico del centro, un ospedale da campo inglese, con circa 230 posti letto.

 

Lanerossi

Lanerossi: nel 1904 la Società del lanificio Rossi di Schio chiese al comune di Dueville  di acquistare un terreno di proprietà comunale per stabilirvi un’industria tessile. La società Rossi scelse Dueville anche per gli interventi dei fratelli Busnelli: Gaspare sindaco di Dueville e Gaetano che abitava a Schio. La fabbrica Lanerossi di Dueville contribuì in maniera determinante allo sviluppo economico del paese. Lavoravano anche 1.300 persone.  Caratteristica  era la figura dell’operaio – contadino, essendo la piccola proprietà  agricola molto diffusa.