L’elezione del Doge

Sopra la  Porta della Carta, nel Palazzo Ducale a Venezia, è rappresentato il Doge, massima autorità della Repubblica Veneta. Il Doge Foscari è in ginocchio davanti al Leone di S. Marco, simbolo della Repubblica stessa.  Di solito i re, i sovrani venivano rappresentati sul trono, simbolo di supremazia  e di dominio. Questa scultura, ricordava al Doge che egli era al servizio dei cittadini che doveva governare. Per questo è rappresentato in ginocchio e non sul trono.

La procedura prevedeva che alla morte del doge si riunisse il Maggior Consiglio e che il consigliere più giovane si recasse fuori dal Palazzo e ne portasse all’interno il primo fanciullo tra gli 8 e i 10 anni. Costui era chiamato balotino e seguiva il Doge che veniva eletto.  Il balotino doveva trarre a sorte da un’urna i nomi di 30 consiglieri.  Si facevano diverse estrazioni multiple. Il metodo di elezione del doge era studiato per impedire brogli e corporativismi . C’erano sette passaggi fra estrazioni  ed elezioni . Da quel momento il Doge era  costantemente controllato e sorvegliato in ogni sua mossa. Non aveva guardie del corpo, non poteva porre la sua residenza fuori da Palazzo Ducale, dove non poteva esibire i propri stemmi, ad esclusione di uno solo all’interno del suo appartamento. Gli eventuali doni che riceveva da parte dei dignitari in visita andavano al Tesoro di San Marco o all’erario pubblico. Non poteva dare udienza né aprire la propria corrispondenza se non alla presenza di almeno quattro dei suoi consiglieri. Gran parte delle spese dovute al mantenimento del palazzo e della sua carica spettavano a lui personalmente, con il proprio patrimonio, cosicché in pochi potevano effettivamente permettersi l’elezione e molte famiglie si trovavano poi in gravi difficoltà se un congiunto raggiungeva la carica ducale.