C’era una volta, appunti settimanali

Come i primi venerdì degli altri mesi, anche il primo venerdì di dicembre, noi bambini  andavamo a messa presto, alle sette di mattina, prima di andare a scuola. Si preparava la cartella, ci mettevamo i cappotti e la sciarpa e si partiva in bicicletta. Quando era freddo, il vapore del nostro respiro si ghiacciava e nella sciarpa si formavano grumi di ghiaccio. Durante l’inverno, la messa si celebrava nei sotterranei della chiesa perché era il locale un po’ riscaldato.

Dopo la messa si andava in piazza, dal panificio Lorenzato per comperare un panino con la cioccolata, che costava trenta lire. Si andava poi a mangiarlo nel cortile della scuola, nell’attesa di entrare in classe.

Dieci giorni prima del natale, per le strade e per le case, i bambini passavano a cantar la stela, l’annuncio di una gioiosa e discreta attesa. Si fermavano davanti alla porta e cantavano: tu scendi dalle stelle… Quasi tutti davano la mancia: cinque o dieci lire. I parenti, i santoli invece erano più generosi.

Anche il primo dell’anno era un giorno tanto atteso. Si, perché di mattina presto, pieni di sonno, si andava in giro per le case per augurare: buon principio dell’anno. A mezzogiorno si tornava a casa con nelle tasche tante monete.

Molti bambini frequentavano la parrocchia e le funzioni religiose. Alla domenica c’era la messa del fanciullo. Bambini da una parte e le bambine dall’altra. Dopo la messa, si andava a dottrina, nei sotterranei della chiesa. Bisognava imparare a memoria le risposte del catechismo perché la catechista interrogava.

Le cerimonie più importanti erano la prima comunione e la cresima. Per la prima comunione si faceva il santino con la foto. Alla cresima invece si riceveva come regalo il primo orologio, si cominciava così a far parte dei grandi.

Durante l’anno i bambini venivano coinvolti in diverse pratiche di culto: la benedizione della mela per il mal di gola; la benedizione degli olivi; le rogazioni, con la benedizione delle croci che si mettevano nei campi a protezione dei raccolti.

Alcuni bambini facevano poi i chierichetti, altri erano cantori, altri erano dell’azione cattolica, suddivisi per età, in fiamme bianche, aspiranti, ecc. Altri infine frequentavano gli scaut come lupetti.

Molti capitelli caratterizzano il nostro paese. Costruiti vicino alle case o nei punti di passaggio, stanno a testimoniare qualche grazia ricevuta o una supplica di aiuto. A maggio si recitava il fioretto, e il capitello diventava una luogo di incontro degli abitanti delle vie vicine.